anagramma per le vacanze
Inviato: sab giu 27, 2009 16:41
Vado un po' in vacanza, che dite me lo merito? 
Seguirò lo stesso, anche se con minore assiduità. Vi lascio con l'arduo compito di risolvere, sempre con calma e tranquillità, questo gioco, pubblicato nel 2008 sul Labirinto. Lascio anche la dedica, così è doppia
Anagramma 6 / 7 = 4 9
Di luoghi e di memorie
Tante volte dietro uno schema
c’è Il Langense: questa
è una di quelle volte.
Un mucchio di lettere alla rinfusa
sul letto, ritrovate per combinazione,
raccontano le loro significanti storie.
Di quella lingua stretta che va da un punto
all’altro della carta e della memoria,
dove le radici s’intrecciano alle voci
di madri antiche come il loro cuore.
In quel periodo i gruppi si incontravano
vicino Termini, i giri sempre gli stessi.
Sempre in gioco, in attesa di nuove crociate.
Era finita la stagione delle more quando
in punta di piedi si correva tra i binari.
Arsi dalla forza del tempo spesso i toni
si facevano tesi, tra tutte quelle belle
forme da baciare, destinate ad essere
turbate da una lunga irrazionale esistenza.
Dopo una pausa, seguendo il ritmo
della volta, verso piano i ricordi nella stanza,
dove i passi misurati risuonano ancora.
La fronte s’imperla dei composti pensieri.
Ma il paradiso è ancora troppo lontano
e il prezzo della corsa è stato già pagato.
Il piatto dei giorni sempre uguali alle notti
è un brodo caldo, l’odore è quello dell’acqua
di colonia chiusa nel suo vaso di cristallo.
Il frangente lascia spazio solo al ricordo della
travolgente fortuna su un abbinamento
rosso-passe e delle vergini tra i banchi.
E su un’immaginaria linea dei fianchi
si era posato pacifico l’abbraccio del mondo.
Naturalmente le soluzioni pvt
Seguirò lo stesso, anche se con minore assiduità. Vi lascio con l'arduo compito di risolvere, sempre con calma e tranquillità, questo gioco, pubblicato nel 2008 sul Labirinto. Lascio anche la dedica, così è doppia
Anagramma 6 / 7 = 4 9
Di luoghi e di memorie
Tante volte dietro uno schema
c’è Il Langense: questa
è una di quelle volte.
Un mucchio di lettere alla rinfusa
sul letto, ritrovate per combinazione,
raccontano le loro significanti storie.
Di quella lingua stretta che va da un punto
all’altro della carta e della memoria,
dove le radici s’intrecciano alle voci
di madri antiche come il loro cuore.
In quel periodo i gruppi si incontravano
vicino Termini, i giri sempre gli stessi.
Sempre in gioco, in attesa di nuove crociate.
Era finita la stagione delle more quando
in punta di piedi si correva tra i binari.
Arsi dalla forza del tempo spesso i toni
si facevano tesi, tra tutte quelle belle
forme da baciare, destinate ad essere
turbate da una lunga irrazionale esistenza.
Dopo una pausa, seguendo il ritmo
della volta, verso piano i ricordi nella stanza,
dove i passi misurati risuonano ancora.
La fronte s’imperla dei composti pensieri.
Ma il paradiso è ancora troppo lontano
e il prezzo della corsa è stato già pagato.
Il piatto dei giorni sempre uguali alle notti
è un brodo caldo, l’odore è quello dell’acqua
di colonia chiusa nel suo vaso di cristallo.
Il frangente lascia spazio solo al ricordo della
travolgente fortuna su un abbinamento
rosso-passe e delle vergini tra i banchi.
E su un’immaginaria linea dei fianchi
si era posato pacifico l’abbraccio del mondo.
Naturalmente le soluzioni pvt
